Il mondo in una perla

Un libro sulla storia delle perle di vetro. Vistosi in collaborazione con il Museo del Vetro Di Murano tra storia e produzione di questi gioielli parte dei quali è custodita all’interno delle teche del museo, in una sala dedicata, nata da un lungo lavoro di catalogazione iniziato nel ‘300 e che continua ancora oggi.

Il Museo del Vetro fra i suoi tesori conserva un importante nucleo di perle a lume. La specificità della materia e la straordinaria componente inedita di questi manufatti ha richiesto un impegno e la preparazione di un esperto che amasse talmente le perle da investire quasi quattro anni della sua vita a studiare e analizzare puntigliosamente non solo la collezione ma le sue interne trasversalità che hanno poi portato ad una serie di scoperte tutte comparate e verificate nei meandri storico-produttivi di questa materia.

Il titolo del volume scaturisce dal riconoscimento della perla quale cosmo poliedrico dove le mani, soprattutto quelle femminili, hanno traslato una concezione di grazia e perfezione dando vita, ogni volta, ad un mondo perfetto e ideale. In questo volume troverete le foto, per cogliere l’eternità del messaggio estetico e cromatico, le schede, per cogliere la recondita realtà produttiva di ogni perla: un importante capitolo della storia di Murano e di Venezia. La scelta di dare anche l’opportunità di cogliere l’aspetto tecnico e la terminologia specifica è un punto di forza perché la perla è un mondo complesso ma che si deve rendere accessibile a tutti.

Storia

Dalle canne di vetro deriva anche la produzione delle perle, nota fin dall’antichità, prima in Egitto e poi in epoca romana. Le prime perle prodotte a Venezia risalgono al Trecento e, per secoli, costituiranno per la Serenissima preziosa merce di scambio ed esportazione verso Africa, le Americhe, India. In base alla tecnica produttiva, le perle veneziane possono essere di conteria, rosetta o a lume. Le perle di conteria, documentate a Murano dal XIV secolo, sono monocrome, piccolissime, si ottengono “industrialmente” da sottili canne vitree forate e sono utilizzabili anche per ricami e composizioni diverse. Le perle rosetta, inventate nel XV secolo, derivano da canne forate composte, come le murrine, da più strati policromi; le perle a lume risalgono invece al Seicento, si ottengono da una canna non forata (massiccia), riscaldata a fiamma (“lume”) e colata su un filo metallico tenuto manualmente in costante rotazione, con infinite varianti di possibili aggiunte, effetti e colori. Durante la crisi muranese ottocentesca, la produzione di perle è l’unica a mantenersi florida e a espandersi: sono qui esposti ad esempio interessanti e coloratissimi campionari di alcune delle fabbriche più attive, tra cui quella dei Franchini e di Domenico Bussolin, specialista anche nelle filigrane. Ma le ricche raccolte del museo consentono un excursus lungo tutta la storia e le tipologie delle perle veneziane, un genere particolarmente significativo e profondamente connesso alla storia e alle tradizioni della città, in particolar modo a quella del lavoro femminile, a partire dalla creatività delle molte muranesi da sempre presenti in questo settore, senza dimenticare le abili infilatrici di perle (“impiraresse”) veneziane, che per secoli, sedute all’aperto in calli e campiellicon la loro scatola (“sessola”) carica di conterie sulle ginocchia, hanno caratterizzato il paesaggio di una Venezia minore, piena di vita e di popolo.